Tre mesi fa, mi avevano detto che non ci saresti stata questo Natale, nè il prossimo e nemmeno per tutti i Natale della mia vita.
E, invece, sei qui coi tuoi splendidi occhi verdi screziati a litigare con le ostriche, immersa nella tua cucina come tutti gli anni; sei diversa sì, sei mutilata e stanca, la tua esistenza e le nostre non torneranno più quelle che erano, ma in fondo rimani sempre la stessa: una guerriera in tregua prima della battaglia campale.
Quindi, non ho desideri quest’anno, ma per un istante, fingo di credere a Gesù Bambino o chi per lui:
…I’ll give it to someone special
Quasi fosse tregua, come fosse prima
Feste di compleanno con valigia
La mia è stata una festa di risate nebulose, nascoste in un 20 agosto di bicchieri vuoti abbandonati ai piedi della palma e di chiacchierate nostalgiche, scacciate via dal rum; è finita al mattino con l’ultima fiaccola spenta da raccattare ed un letto ingombro in cui farsi spazio.
Quindi smetto di scartabellare, di leggere ed impazzire per programmare nei dettagli questa partenza: butto nel cesso la guida che mi hanno appena regalato e preparo la valigia di un ennesimo viaggio inaspettato, insperato e assolutamente necessario.
Buon compleanno Mademoiselle, non diventare grande mai!
scatoloni in giro
da Christ Deformed |
occultamenti di cadaveri
Niente, è che una nostalgia mi ha fatto un buco nel petto e allora ho deciso di indossare una maglietta nuova, per arginare i danni: un po' come quando nascondo le scarpe sotto il letto e mi riprometto di occuparmene o nascondo le cicatrici con un esercito di braccialetti tintinnanti.
Il punto è: non è questo il tempo delle tristezze.
You better watch out what you wish for
Che il mood della serata è questo e temo durerà fino a lunedì mattina
paturnie allineate
Ho eliminato i carboidrati dalla mia dieta da almeno un mese ed è una cosa tristissima, quasi luttuosa; ho distrutto la digitale secoli fa, ma ora mi serve e il mio telefono antidiluviano mi sta abbandonando; non riesco mai a trovare l'Internazionale di venerdì, la cosa mi irrita molto e si trasforma in una rocambolesca caccia al tesoro; entro sabato devo comprare una maglietta nuova, perché sono convinta che, se indosso quella dell'altra volta, se ne accorgeranno tutti; ho ricominciato a leggere fumetti sdolcinati ed entro ottobre devo trovare una casa galleggiante ad Amsterdam.
L’araba fenice
Ho abbandonato questo posto per pudore e, probabilmenmte, a causa della mia solita inconscia convinzione che mi porta a credere che una cosa non esista finché non l'ho scritta.
Eppure, nonostante siano passati due mesi da quando ho raso al suolo la mia esistenza, falciando via affetti e persone, ricominciando per l'ennesima volta da capo, non ho più voglia di parlarne, di espormi di sviscerare cause e concatenazioni: sono nella mia stanza di sempre, amoreggio con un ventilatore e stilo possibili mise per la serata.
Sembra che niente sia cambiato, che nulla possa scalfirmi, eppure so che un giorno dovrò fare i conti con tutto questo.
Ma oggi no.
On air:
Mademoiselle va in città
L'abbiamo trovata ed è La Casa. Dopo innumerevoli buchi, dopo chilometri ingurgitati per visionare quello che nell'immaginario intimo doveva essere "l'appartamento perfetto", ma si rivelava poi una cocente delusione, noi abbiamo trovato quello che stavamo cercando.
E le mie giornate sono state da quell'istante un continuo sfogliare riviste di design, cataloghi e spendere soldi per cose di prima necessità come le federe di satin e l'orchidea per il bagno.
Sono emozionata, agitata e in fibrillazione: sopprimetemi o gioite con me.
Latitanze immobiliari
Sono latitante, mi arrivano messaggi privati d'incitamento, di sorpresa, addirittura di condoglianze, ma non sono morta io, nè il blog; semplicemente sono stata seppellita dai libri, dai progetti per la tesi e dagli annunci immobiliari: Mademoiselle e Pollock cercano un mini buco in centro dove si presuppone io conduca più agevolmente i miei studi e prepari ottime cene che manco Julia Child. I risvolti sulle modalità e il finanziamento del progetto sono la parte più esilarante della cosa, vi basti pensare che Padre ha trasformato quello che sarebbe stato l'appartamento troppo caro di un'improbabile convivenza in un a sorta di pied a terre per studentesse ad intermittenza e io ho intenzione di lasciarglielo credere.
Il problema ora sono le case, striminzite e dotate di fornelletti da campo denominati "angolo cottura", con mensole dell'ikea a fare da "cabina armadio" e vista blocchetti di cemento; chilometri a piedi a fracassarmi le ossa e decine di mezzi pubblici da prenderle per visionarle ed inorridire (sia per l'estetica che per le orride sneakers che sono stata costretta ad indossare, manco una maratona).
Ma non mi arrendo: non va più di moda arrendersi, ragazzi.