Attività onirica dai risvolti antropologici: parliamone eh

 Dopo una massiccia dose di Jane Austen televisiva e qualche pagina di letteratura, sono finalmente svenuta nel cuore della notte e, perdendomi nell’esercito di cuscini e lenzuola, ho iniziato un sogno terrificante.
Entro in un negozio sul corso che è nella vita reale più  o meno un bugigattolo, mentre appena varcata la soglia si rivela un enorme atelier ingombro di tutti i vestiti e gli accessori che ho sempre desiderato: non quelli delle riviste patinate o dei migliori stilisti visionari, ma proprio quelli che ho sempre disegnato e cucito nella mia personale sartoria mentale e che non ho mai trovato. Presa da un raptus compulsivo,  procedo a bracciate di minidress, golfini impalpabili e nuvole di chiffon, trionfalmente scaricate sul bancone; alla cassa un’algida stronza culo secco ripete come un’automa -Mi spiace non può acquistare nulla qui- puntando col dito ad un cartello dietro di lei
                            " VIETATA LA VENDITA A MADEMOISELLE L’EGOCENTRIQUE * "

Sconvolta, furente come un’erinni mi precipito fuori per chiedere a Pollock di picchiarla a sangue, lui con lo sguardo vacuo e senza proferir verbo inizia a correre come un beagle impazzito, lasciandomi in mezzo al corso deserto che precipita nel buio più assoluto, mentre io in lacrime urlo -Bastardi! Almeno potevate pagare la bolletta!-
Il fatto che questo per me sia uno degli incubi peggiori, mi porta a domandarmi che razza di persona frivola e inutile sia. amen.



 
 
 
* ovviamente sul cartello c’erano il mio nome e cognome.
  ovviamente occultati a causa della mia segretissima carriera nel SISMI

 
 
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