Che potresti raccontarla tu la mia storia

L’interlinea mi fissa come i tuoi occhi poco fa e dire che sembrava una delle serate di sempre -da quando siamo diventate grandi- (a proposito quando è successo? Ché te dici stanotte, forse è vero o forse lo siamo sempre state) anche se nell’aria fumosa del locale aleggiava una sensazione sospesa, una roba strana che niente che abbiamo ingurgitato in tutti questi anni è riuscito a farci sentire: i miei  assist, la  corte a farci la ruota, l’alcool e le tre di mattina sotto casa mia.
Poi l’autentico: la parte più buona che abbiamo riservato a noi sole, frasi suggellate dalla sacralità di un patto antico, frasi sconnesse ma subitaneamente comprese ché non c’è bisogno di finirle, lacrime private che ci siamo concesse poche volte e il mio scorretto cinismo che ha sortito l’effetto contrario, perché ci mancherà.
E mi mancherai Amica e mentre percorrevo il vialetto guardando l’oleandro, mi sono sfilati davanti tutti i  fotogrammi di questa esistenza: ero abbastanza vicina per poterti tirare un bacio a metà scalinata, ma troppo distante per poterti dire che è stato un film d’autore e che continueremo ad esserne le protagoniste.
Grazie per la vita, tutta quanta.
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