Autoreclusioni imposte: una sosta dal fancazzismo

 

 

 

 

Qualcuno mi ha chiesto come riesca a non stancarmi del mio continuo procrastinare, come non mi stressi quel crogiolarmi in un continuo indugio; ebbene, consapevole che questo scatena il meccanismo di amore e odio che fa parte di me, ho sorriso un pò perchè mi conosco schifosamente bene. Tentenno, mi beo languidamente nel limbo, poi all’improvviso
-senza un apparente motivo- mi scatta la spinta decisionale e l’iperattività irrefrenabile: in cinque minuti svolte titaniche, programi stilati realizzati, pagine studiate e raggiunto l’obiettivo si torna sul triclinio.
Ecco sono in una fase d’irrazionale operosità che, unita alla dieta [ah tipo sti cazzi ma sono dimagrita 5 chili] crea un connubio micidiale: niente trucco, vivo in pigiama con le mani perennemente sporche d’inchiostro e i segni di matita sulla faccia (non ho idea di come ci riesca) tonnellate di gente morta da studiare e niente relazioni sociali.

Niente allarmismi: tra due settimane tornerò a non fare un cazzo, tranquilli

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